Hotel Torino - Turin Hotels
Dove mangiare a Torino tra aperitivi cene e caffè




I RISTORANTI


La Torino da vivere,anche dal punto di vista culinario offre una scelta molto vasta di ristoranti.

Un’intera zona della città, dedalo di piccole vie che costituirono l’antica città romana, è oggi luogo di numerosi ristoranti, trattorie e osterie dall’intima atmosfera, che regalano al visitatore la possibilità di cercare, passeggiando, il luogo ideale dove cenare. Ma tutto il centro storico è una vivace proposta di ristoranti, tra cui quelli storici, per non parlare delle numerose trattorie votate alla più antica tradizione culinaria piemontese sparse tra il verde delle colline che circondano la città.

Va ancora ricordato che Torino ha vissuto nel secolo appena passato due importanti momenti di flussi migratori, di italiani che nel dopoguerra venivano dal sud per cercare lavoro nella città industrializzata e quello più recente di extracomunitari. Vi invitiamo quindi a non perdervi una buona cena tipicamente piemontese, ma perché non gustare anche specialità meridionali o giapponesi, marocchine e indiane. Torino è cosmopolita anche nella sua cucina!


I CAFFE' STORICI


Da non perdersi i magnifici caffè storici di Torino, evocativi di quella storia che spesso è stata decisa proprio all’interno di questi luoghi, dove l’aristocrazia e la ricca borghesia soleva incontrarsi per discutere di affari e di politica. I preziosi arredi d’epoca sono testimonianza architettonica del pregiato barocco piemontese, del neoclassico e del Liberty. Senza dimenticare che, non trattandosi di musei, all’interno dei caffè, è possibile concedersi un gusto ancora molto attuale, le nostre specialità di caffè e cioccolato: caffè espresso, ristretto, macchiato con latte o panna, cappuccino, marocchino, freddo shakerato e il goloso 'bicerin'.

Al Bicerin
Piazza della Consolata, 5
Apre nel 1763 e ne parlerà addirittura Dumas descrivendo i suoi viaggi. Tipica è la cioccolata in bevanda detta il "bicerín": accorta miscela di caffé, cioccolata calda fondente e crema di latte. Non si può lasciare Torino senza averlo assaggiato

Caffè Baratti & Milano
Piazza Castello, 29
Situato all'ingresso della Galleria Subalpina, è uno splendido locale d’inizio Novecento.

Caffè Elena
Piazza Vittorio Veneto, 5
Locale storico di Torino, le cui due salette furono un tempo frequentate da Cesare Pavese e da Nietzsche. Propone graziosi tavolini sotto i portici della piazza ed un vasto dehors estivo nel quale gustare una vastissima scelta di vini.

Caffè Fiorio
Via Po, 8
Sorto nel 1780, fu frequentato da artisti e borghesi tra i quali Rattazzi, D'Azeglio e Cavour. Detto anche "caffè dei codini" perché frequentato nell'ottocento da aristocratici ed alti ufficiali. Da visitare le sale interne, che conservano l'eleganza di un tempo

Caffè Mulassano
Piazza Castello, 15
Sorto nei primi del 1900, fu ritrovo abituale ed esclusivo per anni dei notabili di Casa Reale e degli artisti del vicino Teatro Regio. Ottimo per la sosta caffé o cioccolata calda sotto i portici della piazza, in un ambiente che gode della ricercatezza degli arredi d'epoca e della particolare atmosfera che vi si respira.

Caffè Neuv Caval 'D Brôns
Piazza San Carlo, 151-15
Locale raffinato per un aperitivo o un caffè, con ottima presentazione di pasticceria, stuzzichini e panini. Un'elegante scala in pietra ci introduce al piano superiore dove si effettua anche servizio ristorante. Splendida vista sulla piazza e dehors estivo.

Caffè Platti
C.so Vittorio Emanuele II, 72
Sorto nel 1875, è dotato di un arredamento liberty originale; era il caffé preferito da Pavese e Einaudi. Oggi è il luogo di ritrovo dell'elite torinese.

Caffè San Carlo
Piazza San Carlo, 156
È il primo locale italiano ad aver adottato l'illuminazione a gas, che servì a valorizzare gli stucchi e le statue che lo arredano; fu definito "una reggia" dai cronisti dell'epoca. Celebre ritrovo di patrioti risorgimentali e statisti.

Caffè Torino
Piazza San Carlo, 204
Uno dei locali più raffinati della città, con tavoli all'aperto nella stagione estiva, sotto i seicenteschi portici della piazza. L'elegante sistemazione degli ambienti risale ai primi anni del '900.


L'APERITIVO


L’aperitivo ha una storia a Torino che risale al 1786, data in cui Antonio Benedetto Carpano inventa il Vermouth prodotto con vino bianco addizionato ad un infuso di erbe e spezie, di oltre 30 tipi diversi. Da allora la speciale bibita fu esportata in tutta Europa e successivamente prodotta dalla Cinzano e Gancia.

Oggi l’aperitivo a Torino è uno speciale rito come non troverete in altre città: un bicchiere di buon vino piemontese o un cocktail accompagnato da un vero e proprio buffet di stuzzichini, tartine, specialità gastronomiche e musica di sottofondo.

L’aperitivo è anche la scelta tra un’ inizio di serata classico ed elegante in uno degli “aristocratici” caffè storici di Torino oppure il preludio a una lunga e frizzante notte!

Sono, infatti, numerosi i locali trendy dove incontrare la gente della “movida” torinese sulle note di musica lounge ed elettronica di qualità.

Alcuni dei locali più in voga di Torino:

Amantes - Art Cafè,
Via Principe Amedeo 38a

Art Space Cafè,
circolo Arci, locale preserale e galleria per la fotografia. Ottima colonna sonora con numerosi djs torinesi. Aperto dalle 16.00 alle 02.00 tranne la domenica in via Principe Amedeo

The Beach

KM5

Lobelix

La Drogheria
Nuovissimo spazio aperto tutto il giorno in P.zza Vittorio al numero 18, è diventato il meeting point per il trendsetting torinese, forte tra le altre cose di tre giorni di aperitivi sonorizzati da Xplosiva. La struttura del posto è simile ad un appartamento tipo (soggiorno, cucina, etc.) una trovata sicuramente originale, unita all'ingresso che ricorda le vecchie "drogherie".

Societe Lutece
Sito in Piazza Carlina al numero 21 la cui vista è tra i punti più belli della città. I tratti dell'ambiente sono molto caldi e chiaramente sullo stile francese. La Domenica si può scegliere il Brunch. Principale animatore e intrattenitore: Gamba


IL CIOCCOLATO


In epoca barocca, Torino, grazie alla presenza della Corte Sabauda e degli aristocratici che frequentavano Palazzo Reale, era una città all'avanguardia che accoglieva con favore le mode del tempo in tutti i campi, compreso quello gastronomico.

Già nel secolo precedente (1557) Emanuele Filiberto di Savoia, portò a Torino dalla Corte di Madrid il cioccolato, giunto dal Messico grazie all'impresa di Colombo.

Gli artigiani "confetturieri" del capoluogo subalpino, già famosi per l'arte pasticcera, iniziarono così a creare nuove leccornie con quello strano frutto proveniente dal Nuovo Mondo. E fu così che nel 1678 Madama Reale concesse ad Antonio Ari la prima patente per la "pubblica vendita di cioccolato in bevanda".

Nei decenni successivi nella città si diffusero altre botteghe che servivano la cioccolata in tazza, il caffè e la "bavareisa" (prediletta a colazione) a base di caffè, cioccolato e latte mescolati in un grosso bicchiere. Con il passare del tempo la "bavareisa" si trasformò e nella seconda metà del '700 gli aristocratici torinesi componevano da sé il "bicerin" versando in un piccolo bicchiere il cioccolato fuso, il latte e il caffè, dosandolo secondo il loro gusto.

Fu proprio a Torino che i maestri pasticceri, agli inizi dell'Ottocento, iniziarono a lavorare il cioccolato in modo diverso e per la prima volta comparvero il cioccolato in tavoletta e i cioccolatini. Dopo qualche decennio, l'attività dei maestri cioccolatai divenne una vera e propria arte tant'è che in molte botteghe si fabbricavano decine e decine di varietà di cioccolatini.

Nel 1867 venne creato il cioccolatino dedicato a Gianduja, la maschera della città; si tratta del "giandujotto" dal morbido impasto di cacao e pasta di nocciole, autentica delizia, destinata a diventare l'emblema della confetteria sabauda.

RICETTE TIPICHE


Bagna Cauda
Per la preparazione occorrono (ingredienti per 4 persone): 40g di burro, 250g di olio extravergine di oliva, 200g di aglio, 200g di acciughe sotto sale. Occorre, innanzitutto, spellare l’aglio e affettarlo molto sottile. Qualora si desideri rendere l’aroma del condimento meno aggressivo, l’aglio, una volta affettato, viene messo a bagno nel latte per un paio di ore prima dell'uso, poi lo si sgocciola e lo si asciuga. Fatto sciogliere il burro in un tegame su un fornello a fuoco molto dolce, si unisce l’aglio e lo si fa rosolare, senza, però, farlo colorire. Quando comincia a disfarsi, si aggiungono i filetti di acciuga e si versa l’olio un po’ alla volta. Si procede mescolando lentamente con un cucchiaio di legno: la “Bagna Càuda” dovrà, cuocere (mai friggere) finché le acciughe si saranno completamente sciolte e la si porta in tavola in un tegame di coccio, avente un particolare fornello per mantenere caldo il condimento.

Castagnaccio
Ingredienti: (per 8-10 persone)
400 gr “Marroni” lessati e passati al passaverdura oppure 300 grammi di farina di castagne, 60 gr di pinoli, 100 gr di uvetta, 100 gr di scorza d’arancia candita, una manciata di gherigli di noci, 3 cucchiai di zucchero, 1 bicchiere di latte, 1 bicchiere di acqua, 2 cucchiai di olio d’oliva, un pizzico di sale, un rametto di rosmarino.

Preparazione:
In attesa della preparazione, occorre lavare l’uvetta e farla rinvenire in acqua tiepida lasciandola ammorbidire per circa 20 minuti. In una ciotola, si mescola il purè di marroni (oppure, qualora si sia optato per la farina di castagne, la farina) con lo zucchero, un pizzico di sale, l’olio, il latte e l’acqua, fino ad ottenere un impasto liscio e fluido e si aggiunge, poi, metà dei pinoli e dell’uvetta ben scolata. Si versa, infine, il composto così ottenuto in una pirofila di vetro precedentemente imburrata ed infarinata, e lo si stende con una spatola di legno fino a formare uno strato omogeneo e lo si spolverizza con i rimanenti pinoli, l’uvetta ed un po’ di rosmarino triturato grossolanamente. Scaldato il forno a 180°C, si inserisce la teglia e si lascia cuocere il dolce per circa 40 minuti. Per evitare che si formi una crosta troppo dura, si può coprire il castagnaccio con un foglio di alluminio durante i primi 30 minuti di cottura. Si lascia raffreddare in forno e si serve il dolce tiepido o freddo. Il dolce può essere gustato anche il giorno seguente la preparazione.

Giardiniera torinese
Ingredienti:
Patate, Carote, Lattuga, Ravanelli, Carciofini Olio di Oliva, Limone, sale

Preparazione:
Lessate le patate in acqua salata per circa mezz'ora, sbucciatele e tagliatele a pezzetti. Cuocete delle carote, in un tegame a parte, e poi tagliatele a dischetti. Lavate dei cuori di lattuga e affettateli a spicchi, poi lavate dei ravanelli e affettateli a rondelle. Ponete i cuori di lattuga in un piatto di portata e attorno i tocchetti di patate, le carote e i carciofini a spicchi. Preparare un'emulsione con olio, succo di limone e un pizzico di sale, mescolatela bene e versatela sulle verdure.

Bignole con crema di prosciutto
Ingredienti:
Per la crema di prosciutto: eguali quantità di burro e prosciutto, qualche goccia di salsa Worcester e tabasco, sale e pepe. Per le bignole: 125 grammi di farina, 250 ml. di acqua, 60 grammi di burro, 3 nova, sale.

Preparazione:
Preparare la crema frullando assieme gli ingredienti. Coprire e porre in frigorifero. Può essere preparato in anticipo e addirittura surgelato per un utilizzo successivo. Preparare i bignè: portare a bollore l'acqua col sale, quindi versarvi tutta in una volta la farina, continuando a mescolare finché il composto si stacca dalle pareti della pentola sfrigolando leggermente. Lasciarlo intiepidire quindi unirvi uno alla volta le uova, non unendo il successivo finché il precedente non sarà stato ben amalgamato e mescolando vigorosamente fino a ottenere un composto liscio e lucido. Servendosi di una tasca da pasticcere formare delle palline grandi quanto una ciliegia e disporle sulla placca del forno imburrata. Cuocere a circa 200 °C per 20-25 minuti o finché non saranno ben gonfie e dorate. Poco prima di servirli, tagliare la parte superiore dei bignè, farcirli con la crema ammorbidita e ricoprirli con la calotta. Sono ottimi con gli aperitivi o come antipasto. Per risparmiare tempo e lavoro, si possono usare i bignè confezionati o spalmare la crema di prosciutto su quadratini di pane cassetta, decorati con mezzo gheriglio di noce.

Bresaola con Robiola di Roccaverano
Ingredienti: (per 6 persone)
12 fette di bresaola, 1 Robiola di Roccaverano ½ spicchio d'aglio, 16 steli di erba cipollina, 25 grammi di cuore di sedano con alcune foglie, 1 rametto di maggiorana, prezzemolo, olio extra vergine d'oliva, limone, sale, pepe q.b.

Preparazione:
Porre la Robiola in ciotola, unendo alcune gocce di succo d'aglio schiacciato, 4 steli di erba cipollina tagliuzzata. Aggiungere sedano, prezzemolo, maggiorana ed un filo d'olio; rimestare irrorando di sale e pepe. All'interno di ognuna delle fette di bresaola sistemare un cucchiaio del composto ottenuto, richiuderle "a sacchetto" con un filo di erba cipollina. Emulsionare olio e limone con sale e pepe ed irrorare i sacchetti di bresaola, sistemati su di un piatto da portata e servire.

Peperoni alla torinese
Ingredienti:
4 peperoni gialli e rossi, 2 spicchi d’aglio olio di oliva, 4 acciughe

Preparazione:
mettete al forno i peperoni a media temperatura e lasciateli cuocere finché si peleranno facilmente. Toglieteli dal forno, pelateli e asciugateli con un panno. Sfilettateli, metteteli su di un piatto ovale e preparate la salsa come segue: schiacciate l'aglio, diliscate e tritate le acciughe, aggiungetevi olio.Mescolate in una tazzina gli ingredienti e versateli sui peperoni precedentemente salati leggermente.

Tartellette alla torinese
Ingredienti:
pasta sfoglia (surgelata), 150g ricotta piemontese fresca, 150g prosciutto cotto, 2 cucchiai capperi, un po’ di fagioli secchi, 5 uova, 1 piccolo bicchiere di brandy, 2 cucchiaini di olio di oliva, 1 puntina di rafano (polvere)

Preparazione:
Lasciare scongelare la pasta sfoglia; poi, con il matterello, stenderla all'altezza di circa mezzo centimetro e ritagliarla in 12 forme rotonde che andranno messe negli appositi stampini. Coprire la pasta con fagioli secchi e far cuocere per circa 15 minuti. Far rassodare le uova. Tritare il prosciutto cotto e i capperi, quindi preparare un impasto unendo la ricotta, tre tuorli d'uova sode sbriciolati, l'olio di oliva, il brandy e il rafano. Riempire le tartellette con questo impasto, coprire la parte superiore con i restanti due tuorli d'uovo passati al setaccio, lasciare riposare una mezz'oretta e servire.

Ratatuja di verdure
Ingredienti: (per 6 persone)
3 etti di salsiccia, 3 patate, 1 cuore di sedano, 2 cipolle, 1 etto di fagiolini, 1 carota tenera, 2 zucchine, 1 peperone, 2 grossi pomodori maturi, 1 melanzana, 2 acciughe, 2 spicchi d'aglio, qualche foglia di prezzemolo, 1 rametto di salvia, 5 - 6 capperi, 2 cucchiai di aceto

Preparazione:
Lavare e preparare tutte le verdure, tagliarle a piccoli pezzi tenendole separate. In un tegame capace mettere le cipolle affettate a imbiondire nell'olio per un minuto. Aggiungere poi tutte le verdure, ma in tempi separati, perché i loro tempi di cottura non sono gli stessi. Nel tegame prima andranno le carote e i fagiolini, cinque minuti dopo le patate, poi le zucchine, il sedano e infine le melanzane. Aggiungere i pomodori sbucciati e privati dei semi e continuare la cottura a fuoco basso. Se le verdure si asciugano troppo bagnare con una tazzina di brodo vegetale. In un piattino pestare con la forchetta le acciughe. Preparare anche un trito con aglio, prezzemolo, salvia e capperi. Quando la ratatuja è cotta aggiungere trito e acciughe, l'aceto e far evaporare a fuoco forte. La ratatuja accompagna egregiamente piatti di carne, è ottima con il bollito. Si può anche portare in tavola fredda come antipasto: sarà buonissima anche con l'aggiunta di qualche pezzetto di tonno sgocciolato e sbriciolato sopra.